Trentino: un’Autonomia dalla fragilità e dalla leggerezza di un palloncino
In uno dei territori d’Italia dal più alto uso di pesticidi in agricoltura e dalle acque di alcuni torrenti fra le più infestate dai fitofarmaci, il Consiglio Provinciale ha virtuosamente adottato una norma con precise sanzioni e divieti riguardo al “rilascio volontario dei palloncini o altri dispositivi aerostatici idonei a perdersi senza controllo nell’ambiente”. Bene per l’ambiente e bene anche per i nostri bambini, anche i figli di residenti in Trentino per meno di 10 anni, che sono stati esentati dalla sanzione nel caso sfuggisse loro di mano “l’infestante palloncino”.
La mettiamo sul piano ironico, ma stiamo assistendo, in coincidenza con il 75° della Repubblica ed il Cinquantenario della nascita del Secondo Statuto di Autonomia ad una veloce, speriamo non ineludibile, discesa del massimo organo politico dell’Autonomia, il Consiglio Provinciale, sul piano inclinato dell’irresponsabilità e della vacuità della politica e dell’amministrazione. In concomitanza con la crisi pandemica ed economica più forte ed importante dal secondo conflitto mondiale, il nostro parlamentino trentino, in ritardo rispetto allo stesso Stato centrale nel legiferare provvedimenti e misure proprie di sostegno ai propri cittadini ed alla propria economia, trova il tempo per questa “baggianata”, ma non quello necessario ed utile per presentare, in modo preciso, trasparente ed analitico quante risorse e quali strumenti metterà in campo per i lavoratori e le lavoratrici, le imprese e le famiglie. Per non dire delle tante leggi provinciali impugnate dallo Stato e della sempre più frequente scopiazzatura di provvedimenti ideologicamente simili a quelli di altre regioni italiane guidate da politici e partiti affini alle maggioranze politiche che vincono le nostre elezioni provinciali o regionali, in spregio alla nostra originalità istituzionale e lunga, sofferta storia dell’autonomia politica. Questo per quanto riguarda il metodo. Rispetto al merito ed alla qualità delle leggi e delle norme partorite da questo Consiglio Provinciale di Trento, saranno i cittadini e gli elettori che esprimeranno il loro giudizio alle prossime elezioni. E ne prenderemo democraticamente atto. Quello che possiamo esprimere noi, oggi, come sindacato dei cittadini e rappresentanza di parte dei lavoratori e delle lavoratrici, dei pensionati e delle pensionate è una grande preoccupazione per la superficialità e impreparazione con cui gran parte del Consiglio provinciale affronta i grandi cambiamenti della nostra società trentina e del nostro tempo e la marginalità e banalizzazione spesso data al confronto con le parti sociali ed al sindacato in particolare. Si prospettano sempre grandi riforme: dell’istruzione (dalla Scuola dell’Infanzia all’Università), della sanità (modello ospedaliero e medicina territoriale) dell’energia, del turismo, del credito o delle società strumentali provinciali (da HDE a ITEA, Trentino Digitale, Autobrennero o Mediocredito, Trentino Sviluppo o Trentino Marketing). Arrivati al dunque o vengono rinviate alle “calende greche” o, se si affrontano, sovente accade che “l’elefante partorisce un topolino”. E quasi sempre il confronto con l’assetto normativo e lo sviluppo scaturito dalla storia della nostra Autonomia fa emergere l’assoluta ordinarietà, inadeguatezza e fragilità dei nuovi modelli proposti, spesso calati dall’alto e raramente destinati a realizzare qualche cambiamento, una svolta reale e positiva rispetto allo standard precedente. Auspichiamo quindi un’apertura del Consiglio Provinciale al confronto con la società civile e con le parti sociali; un cambio di verso nel lavoro consigliare e, soprattutto, nella qualità delle proposte politiche utili a rinnovare la nostra Autonomia. Evitando il rischio che anch’essa, come un palloncino, ci sfugga di mano e si perda per sempre.
Walter Alotti
Segretario Generale UIL del Trentino
Scarica il pdf: 2.Il palloncino dell’Autonomia
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