COMUNICATO STAMPA DEL 20 GENNAIO 2018

Trento fanalino di coda nel tasso di iscrizione all’università:

la UIL ribadisce la necessità di reintroduzione delle borse di studio agli studenti meritevoli delle scuole superiori e chiede di conoscere il grado di successo della campagna “piani di accumulo” scaduta a novembre.

 

L’analisi del Professor Schizzerotto riguardo ai dati ISTAT del Trentino Alto Adige su tasso di scolarità e di iscrizione all’università 33, 1% – uno dei più bassi in Italia- fanno il paro con il noto dato del calo degli iscritti all’università nella nostra Provincia: da 7.708 a 5.870 matricole  in cinque anni. Da molto tempo la UIL afferma che in tale contesto un buon sostegno allo studio è vitale, in particolare laddove i ragazzi si dimostrano studenti meritevoli alle scuole superiori o manifestano, con l’avvicinarsi del diploma, una propensione o una concreta e autonoma volontà a proseguire gli studi.

La Provincia, dal canto suo, ha invece agito decurtando le borse e introducendo un’impostazione che non condividiamo. I nuovi tanto decantati Piani di Accumulo, infatti, non sono che i fondi – alquanto ridimensionati – stanziati dopo la “definitiva ridefinizione delle misure per il diritto allo studio” annunciata nel 2015; fondi che vengono impiegati, appunto, per contribuire ai piani d’accumulo (a partire da 50 euro al mese) previdentemente effettuati dalle famiglie – sempre che lo abbiano fatto – all’inizio del percorso delle superiori.

Cosa significa? Significa che ancora una volta ci guadagnerà solo chi ha lungimiranza e i mezzi economici e culturali per provvedere al futuro dei propri figli con così largo anticipo. Significa anche che i giovani sono deresponsabilizzati nel momento in cui la scelta sulla propria formazione futura ricade in maggior misura sui famigliari e meno sull’arbitrio di chi, con l’approssimarsi della maggiore età, deve cominciare a pensare da solo a cosa vuol fare da grande.

La UIL auspica un sistema più democratico e che premi i meriti dello studente, fin dalla maturità, piuttosto che quelli delle famiglie.

Le borse di merito varate lo scorso autunno ci avevano fatto confidare in un ravvedimento dell’assessora dopo l’affossamento del Fondo Giovani e del Prestito d’onore, ma l’istituzione di questi Piani,  associata a un tanto rilevante calo degli iscritti all’università non ci fa ben sperare per il futuro. Ed ora un quesito: essendo scaduto il termine di presentazione delle domande finalizzate alla concessione del contributo correlato, quante sono le liquidazioni autorizzate? O lo stanziamento resta sulla carta e nessuno ne fruisce?

 

Walter Alotti

Segretario generale Uil Trentino

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