12 marzo 2018 –  Trentino

Tutti con il fiato sospeso per Aquaspace e Tessil 4

Stamattina l’assemblea sindacale con i dipendenti di entrambe le aziende dopo le minacce di chiusura se i tempi per le verifiche saranno troppo lunghi

Questa mattina i dipendenti  di Aquaspace e di Tessil 4 si  riuniranno in assemblea sindacale  per ascoltare dai delegati  di Filctem Cgil, Femca Cisl  e Uiltec Uil gli esiti dell’incontro  con Adriano Vivaldi, il  consigliere delegato di Tessil   4. Il quale ha spiegato che se il  dissequestro del depuratore  chimico di Aquaspace non arriverà  in tempi brevi non solo  l’azienda non potrà proseguire  il lavoro, ma anche Tessil  4 non potrà continuare la  propria attività, venendole  meno il servizio di depurazione.  Le produzioni roveretane  (Tessil 4 è specializzata nella  tintura di moquette e tappeti  in materiali plastici), in questo  scenario, verrebbero spostate  in altri stabilimenti del gruppo  Aquafil. Dopo l’incontro  con i dipendenti -i 15 di Aquaspace più i circa 60 di Tessil 4 i  sindacati incontreranno i  giornalisti per fare il punto sulla  situazione. Nel frattempo è  già stato richiesto un incontro  urgente con l’assessore provinciale  all’industria Alessandro Olivi per approfondire l’intricata  vicenda iniziata con il  sequestro del depuratore  dell’azienda di via del Garda  da parte della Dda di Trento:  secondo la magistratura le sostanze  smaltite per conto terzi  dal depuratore chimico non  verrebbero trattate secondo  quanto prescritto dalle normative  sui rifiuti. Ipotesi del tutto  smentita dall’azienda, che assicura  di aver sempre applicato  i protocollo previsti dalla  legge. Ma i sigilli al depuratore  rimangono, e l’impianto rimarrà  chiuso di sicuro fino al  21 marzo, data stabilita per  l’incidente probatorio, ma i tempi delle verifiche tecniche  si potrebbero prolungare per  settimane, forse per mesi, dato  che il 21 marzo è prevista  solo l’assegnazione delle perizie  . È questa l’ipotesi più nefasta,  poiché l’azienda si è data  un tempo massimo di stop alla  produzione (cinquanta giorni),  oltre il quale non ci sarebbe  altra scelta che chiudere  l’attività di depurazione chimica,  con il conseguente licenziamento  dei dipendenti  legati a questi trattamenti (in  pratica quasi tutti: ne rimarrebbero  al massimo un paio  per occuparsi del depuratore  biologico, che sta continuando  a lavorare). Ai 13-14 posti  di lavoro di Aquaspace si potrebbero  però aggiungere an   che quelli di Tessil 4, in quanto  l’attività di depurazione viene  svolta anche per conto di  essa, e senza un impianto a  proprio servizio anche l’attività  di tintura potrebbe essere  chiusa e allocata in altri stabilimento  del gruppo Aquafil. Vale  a dire che la Vallagarina potrebbe  perdere altri 80 posti di  lavoro in un colpo solo, se i  tempi della giustizia dovessero  rivelarsi troppo lunghi e incompatibili  con quelli dell’attività  produttiva delle due  aziende interessate dal sequestro.  Ecco perché tutti stanno  col fiato sospeso, in attesa di  qualche segnale di attenzione.  Dalla magistratura, ma anche  dalla politica.

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