12 novembre 2021 – l’Adige

«Tutti i malanni del vostro ospedale»

La “radiografia” fatta da Nursing Up, Uil e Cgil in vista del consiglio della salute con Segnana

ARCO -È un documento congiunto piuttosto dettagliato quello redatto da Cesare Hoffer, coordinatore provinciale «Nursing up Trento», Giuseppe Varagone, segretario provinciale Uil sanità e Gianna Colle, responsabile sanità Cgil in merito alla situazione in cui versa l’ospedale di Arco.
Una “fotografia” dettagliata di tutti i reparti. Il documento verrà consegnato all’assessore alla salute della Provincia, Stefania Segnana, in occasione del prossimo consiglio della salute a cui parteciperanno i sindaci altogardesani per tentare di risolvere le problematiche che gravano sul presidio ospedaliero di via Capitelli. Emergenza pandemica.
In merito dalla gestione della pandemia, si legge nella premessa, l’ospedale di Arco, in primis la pneumologia, «è riuscito a dare una risposta qualitativa durante la prima e la seconda ondata della pandemia grazie alla rimodulazione di quasi tutte le attività esistenti, anche trasformando intere unità operative in reparti Covid (chirurgia) con l’impiego in queste aree della quasi totalità del personale in servizio (blocco operatorio, anestesia/rianimazione, poliambulatori, chirurgia e ginecologia)». Con la ripresa della quasi normale attività ospedaliera all’interno dell’ospedale, sottolineano i sindacati, «si sono evidenziate le criticità soprattutto legate alla carenza di personale e a problematiche di tipo logistico/organizzative. A livello delle cure primarie, l’attività è implementata a causa dell’emergenza covid, con conseguente aumento dei carichi di lavoro, garantendo in molti casi all’utente la possibilità di essere curato a domicilio. Si sottolinea l’età elevata del personale, con problematiche legate a limitazioni funzionali e problemi di salute; pertanto sarà necessario rivedere le attuali dotazioni organiche, implementandole».
Pronto soccorso.
Fra i temi centrali contenuti nel documento presentato dai sindacati c’è il potenziamento del pronto soccorso. Quest’ultimo, spiegano, «è composto di un’equipe medica, infermieristica formati per la gestione dell’emergenza e di alcuni Oss. Durante il turno sono presenti due medici in alcune ore della giornata e 4 infermieri la mattina ed il pomeriggio mentre durante il turno notturno ne sono presenti 3. Mentre è presente un Oss durante in turno diurno e notturno adibito al trasporto pazienti ed esami strumentali». I sindacati ricordano di essere più volte «intervenuti per au-
mentare la presenza dei medici durante il turno diurno» atto a «ridurre i tempi di attesa degli utenti che affluiscono in questa Unità Operativa». La situazione, rimarcano, «si aggrava nel periodo estivo quando fortunatamente grazie al turismo dell’Alto Garda e Ledro la popolazione triplica». In merito al personale Infermieristico ed Oss «abbiamo chiesto di potenziare la presenza di questi professionisti visto che le loro competenze sono sempre in continua evoluzione». Psichiatria.
I sindacati ricordano che «alla base delle nostre richieste», esistono delle «problematiche riscontrate in materia di sicurezza e di forte stress lavorativo».
A prova di quanto riscontrato ci sono state e ci sono ancora «un numero notevole di richieste di trasferimento in uscita» verso altre unità operative. Pneumologia.
Hoffer, Varagone e Colle sottolineano il fatto che il reparto «è dotato di una equipe medica ed infermieristica specialistica di grande valore». Negli ultimi tempi, tuttavia, «il reparto non è stato adeguatamente utilizzato per i pazienti pneumologici sub-intensivi», e sono stati spesso ricoverati pazienti che avevano bisogno di «un’assistenza di tipo generico». La proposta dei sindacati è dunque quella di costituire «10 posti letto di terapia subintensiva, previsti dalla delibera di giunta n.1287 del 30/7/2021».
«118».
Criticità anche su questo fronte. I box ambulanze, infatti, «sono provvisori e sono solo per 2 ambulanze di pronta partenza», mentre le altre macchine «sono dislocate nel parcheggio sotterraneo dove non prendono telefoni e radio». Si riscontra inoltre «l’assenza di una camera calda: i pazienti vengono scaricati all’aperto e sotto le intemperie da ormai due anni». Senza contare il fatto che «la postazione del 118 di Arco è l’unica che non ha in dotazione l’auto sanitaria», costringendo gli operatori a lavorare con «meno sicurezza».
Medicina.
Per garantire gli attuali standard qualitativi, osservano i sindacati, «sarà necessario sostituire il personale che andrà prossimamente in pensione». Problematica inoltre «la gestione del personale Oss, che deve essere implementato, visto l’alto tasso di assenza per malattia».
Blocco operatorio.
La carenza dapprima di personale OSS e successivamente quella di personale infermieristico ha causato una riduzione delle attività chirurgiche come numero di sedute operatorie giornaliere.

 

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