04 agosto 2021 –  l’Adige

«Una riforma della sanità che non guarda al futuro». Per Cgil, Cisl e Uil restano sul tavolo i nodi della carenza di professionisti e della medicina di base

Le novità della riorganizzazione della sanità annunciate lunedì dall’assessora Segnana e dai vertici dell’Azienda sanitaria lasciano perplessi i sindacati Cgil Cisl Uil. «Restano sul tavolo i nodi della carenza di professionisti e della medicina di base», dicono lasciando il giudizio sospeso fino al confronto sul merito «Guarda più al passato che al futuro la riforma dell’Azienda sanitaria adottata dalla Giunta provinciale», temono i segretari di Cgil Cisl Uil del Trentino che parlano di “molto rumore per nulla”. A lasciare perplesse le tre confederazioni è soprattutto la mancanza di risposte concrete su alcune delle criticità che rischiano di compromettere nel prossimo futuro l’assistenza sanitaria in Trentino, almeno nei livelli qualitativi conosciuti fino a questo momento. «Concordiamo con l’assessora Segnana quando afferma che il Covid ci ha dimostrato la centralità dell’assistenza sanitaria sul territorio. Crediamo però che il modello organizzativo dell’ospedale policentrico non sia la risposta utile e sufficiente per realizzare in modo realmente sostenibile un modello diffuso e capillare sul territorio – spiegano Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Serve un rafforzamento della medicina territoriale intesa come presidi medici di base, in cui si integrano le figure del medico e quello dell’infermiere di territorio per portare prevenzione, assistenza e cura delle cronicità più vicino possibile al cittadino». Una delle ragioni delle difficoltà a mettere
in atto una tale organizzazione decentrata è il nodo della carenza di professionisti e personale sociosanitario, soprattutto di quelli disposti a operare in piccolo presidi ospedalieri.
«Concentrare casistiche simili in ospedali non agevola il cittadino, né crea automaticamente quelle condizioni per attrarre i professionisti che spesso hanno bisogno di equipe plurispecialistiche e del confronto continuo con altri professionisti sanitari per assicurare standard qualitativi soddisfacenti per il paziente, ma anche per la crescita del medico e di tutto il personale sanitario».
Per i sindacati sulla medicina territoriale il modello organizzativo delle aggregazioni rischia di essere ancora troppo debole.

Scarica il pdf: ADIGE sanita ART 040821