13 marzo 2020 – Trentino
«Una vigliaccata i licenziamenti: c’è la solidarietà»
La protesta dei sindacati. UilTucs, Filcams e Fisascat lanciano l’appello ai lavoratori: «Non firmate dimissioni causa virus»
TRENTO. «Lancio un appello a tutti i lavoratori: non firmate lettere di licenziamento che hanno come causale il Coronavirus. In Trentino esiste un fondo di solidarietà appositamente creato per le situazioni di crisi che equivale a una sorta di cassa integrazione. Licenziare utilizzando il virus come giustificazione è una vigliaccata». Lo dicono a gran voce. Anzi, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil quasi lo gridano affinché il messaggio possa giungere bello chiaro a tutti i lavoratori trentini. «La notizia del licenziamento delle commesse di un negozio di Trento è gravissima per due ragioni, la prima perché il governo sta dicendo che nessun italiano perderà il lavoro per colpa del Coronavirus», spiega Walter Largher della UilTucs affiancato da Paola Bassetti della Filcams Cgil e Lamberto Avanzo della Fisascat Cisl.
La richiesta all’Inps
«La seconda ragione – proseguono i sindacati – è che in Trentino esiste un fondo di solidarietà che interviene in questi casi: il lavoratore viene messo in aspettativa percependo un’indennità che è pari alla cassa integrazione. In questo modo viene staccato momentaneamente dai costi aziendali ma senza perdere il lavoro. Il fondo lo pagano tutti, aziende e lavoratori, ed è estremamente semplice aderirvi: basta una comunicazione all’organizzazione sindacale da parte del titolare, che poi ha 15 giorni di tempo per formalizzare la domanda all’Inps, e vista la situazione in cui ci troviamo, l’accoglimento è un proforma».
Già arrivate 400 email
Il fondo è stato creato per fronteggiare criticità territoriali o necessità dell’azienda. Oggi la situazione è emergenziale. «Ci sono arrivate già 400 email da parte di aziende che chiedono di aderire al Fondo trentino», sottolinea Largher. Che poi si lancia all’attacco: «È una vigliaccata licenziare in questa situazione ed è una vigliaccata doppia chiedere al lavoratore, come ci è giunta notizia, di firmare anche la rinuncia a impugnare il licenziamento e a non fare causa. Alle aziende dico: c’è lo strumento, usatelo. Tutte le aziende, anche quelle con meno di sei dipendenti. La parrucchiera, tanto per fare un esempio, almeno non avrà i costi per il dipendente. Il Fondo ha una durata fino a tredici settimane poi vendiamo cosa succede e cosa decide il Governo nelle prossime ore in termini di ammortizzatori sociali». La misura vale anche per i contratti a tempo determinato, tipologia utilizzata abbondantemente nelle strutture ricettive: la “cassa integrazione” accompagna il lavoratore fino alla scadenza del contratto e quindi all’indennità di disoccupazione.
Gli stagionali stranieri
C’è poi il problema degli stagionali stranieri che devono fare rientro in patria anticipatamente rispetto ai programmi iniziali e che possono ritrovarsi improvvisamente per strada, nel momento in cui l’albergo chiude i battenti. «C’è qualche sentore di criticità, vigileremo», concludono i sindacalisti.
Scarica il pdf: licenziamenti ART 130320
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