11 marzo 2021 – l’Adige

«Vaccini e scuola, caos umiliante». Sindacati estremamente irritati. Mercoledì convocato il tavolo sicurezza

La scuola trentina vive nell’incertezza. E non solo perché non si sa se rimarrà aperta -tutti gli istituti, pur sperando che non serva, si stanno preparando all’ipotesi lockdown -ma anche per una campagna vaccinale che lascia disorientati. Unico spiraglio, il tavolo sicurezza convocato mercoledì. Ma la tensione è alta: «Così non si lavora in modo tranquillo, in un luogo, la scuola, che avrebbe bisogno di grande tranquillità» sbottano i sindacati.
Fino all’altro ieri il corpo insegnante era una delle categorie ritenute prioritarie dalla Provincia, che aveva dato il via alla somministrazione con il siero AstraZeneca.
«Abbiamo una situazione a macchia di leopardo -spiega Pietro Di Fiore, Uil scuola -per dire, a Predazzo a noi risulta che in due sabati abbiano somministrato oltre 100 vaccini. Significa che tutto il personale in servizio nelle scuole del luogo è stato vaccinato. Dall’altra, il mio medico a Pergine aderisce alla campagna vaccinale, ma a richiesta, mi ha detto che i vaccini non sono stati ancora forniti. Insomma, non c’è uniformità. E non c’è nemmeno chiarezza: ad una collega con una patologia, l’Azienda sanitaria ha prima detto che il vaccino per lei non era consigliato, salvo poi dirle, giorni dopo, che poteva farlo. Questo causa grandissima incertezza». Un’incertezza che rischia di condizionare le scelte personali: «La gran parte lamenta di volersi vaccinare ma di non capire come accedere al servizio. Poi c’è una minoranza che non intende proprio vaccinarsi. E questo dipende dal fatto che il piano non è trasparente e ci sono informazioni contraddittorie».
Più dura ancora Stefania Galli, Cisl: «L’incertezza legata ai vaccini è totale: non si capisce più chi fa cosa, quando lo deve fare, se sarà garantito e a chi. Questa incertezza tocca tutti e non fa lavorare sereni in un ambiente che di serenità avrebbe tanto bisogno, come la scuola. Siamo in una situazione di caos infinito e umiliante. Da settimane viene chiesta la convocazione del tavolo per la sicurezza: siamo a protocolli pensati a settembre, ma da allora mi pare siano cambiate delle cose. Eppure fino ad oggi non avevamo nemmeno ricevuto risposta».
Giusto ieri pomeriggio è arrivata: il tavolo è convocato per mercoledì prossimo. È un inizio, ma il clima sembra pesante: «A noi nemmeno hanno annunciato che c’è un cambiamento nel piano vaccinale -sbotta Cinzia Mazzacca, Cigl -trovo vergognoso che le organizzazioni sindacali, che dovrebbero fare da tramite con il personale, non vengano coinvolte».
Dalla mancanza di informazione alla mancanza di trasparenza, è un attimo: «Il mondo della scuola è completamente disorientato. Qualcuno si è vaccinato, qualcuno non ha capito quando sarà il suo turno, qualcuno si è sentito dire che non è il suo momento perché lavora alla primaria e la priorità viene data ad altre scuole. I singoli istituti ora sono con personale vaccinato e non vaccinato, senza capire per quale criterio. C’è un grandissimo disorientamento. Non c’è il senso di una situazione mantenuta sotto controllo e organizzata. Su tutti, un dato: il 15 febbraio ci siamo detti che a giorni andava fatto un incontro per chiarire il protocollo sicurezza alla luce delle varianti.
Ho inviato 3 solleciti al dottor Ferro, non ho avuto risposta». Mercoledì è convocato il tavolo sicurezza: «Ma un tavolo è tale se con continuità discute, non serve a nulla se è pensato per comunicare decisioni già prese. E magari non rispettate, come la nuova direttiva sul fatto che anche nel primo ciclo per mettere una classe in quarantena basta un contagiato. Semplicemente, in molti posti è disapplicata, perché dalla centrale Covid non arrivano avvisi». Il disagio, insomma, è palpabile. E anche la delusione di queste settimane di campagna vaccinale deboluccia e di queste ore, con il cambiamento nelle priorità: «In tutta sincerità ci saremmo aspettati un’attenzione maggiore sulla campagna vaccinale, soprattutto a fronte degli sforzi per mantenere aperta la scuola in presenza -evidenzia la dirigente del Buonarroti Laura Zoller -io avevo offerto anche le nostre palestre, per poter portare avanti una campagna vaccinale in maniera più efficace. Sarebbe stato un segnale importante per una categoria che sta facendo molti sforzi. C’è forte disagio tra gli insegnanti».

 

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