09 aprile 2021 – Corriere del Trentino

Vaccini in azienda, in regione 198 imprese disponibili. In Alto Adige «due punti ogni zona industriale». In Trentino «meglio potenziare i centri attuali»

TRENTO Sono 198 le realtà imprenditoriali, associate a Confindustria Trento e Assoimprenditori Alto Adige, che hanno dato la disponibilità dei propri spazi per la campagna di vaccinazione anti-Covid. Ma se da un lato le imprese altoatesine hanno già iniziato a coordinarsi per attrezzare due o tre punti vaccinali in ogni zona industriale, dall’altro lato, in Tentino, si fa un ragionamento leggermente diverso: «Noi siamo a disposizione, ma forse sarebbe meglio avere pochi e ben organizzati hub sul territorio piuttosto che una moltitudine di “sottocentri”», spiega Roberto Busato, direttore generale di Confindustria Trento.
Considerazioni che arrivano il giorno dopo l’accordo tra governo, Inail e parti sociali sul «Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti-Covid». Che dà il via libera alla somministrazione dei vaccini nelle fabbriche, purché gli spazi aziendali siano adeguati. Ad oggi sono più di 7.500 le imprese italiane che hanno risposto all’appello di Confindustria. Di queste 198 sono in regione, metà in Trentino e metà in Alto Adige.
Il nuovo documento prevede che i costi per l’organizzazione e la somministrazione (fatta dal medico aziendale) sono a carico del datore di lavoro, mentre la fornitura di vaccini, siringhe, aghi e strumenti per la registrazione delle vaccinazioni eseguite è a carico dei servizi sanitari regionali. Le aziende, inoltre, potranno predisporre il piano singolarmente o in forma aggregata.
«Noi stiamo già contattando gli imprenditori per creare due o tre punti vaccinali in ogni zona industriale, saranno all’incirca una quarantina di punti», spiega il presidente di Assoimprenditori Alto Adige, Federico Giudiceandrea. Chiaramente tutti i piani sono subordinati alla disponibilità di dosi e presuppongono l’adesione volontaria dei lavoratori. In Italia dovrebbe partire a maggio la campagna nelle fabbriche, ma «in base al cronoprogramma provinciale in Trentino dovrebbe iniziare a luglio», fa notare il direttore generale di Confindustria Trento. Gli industriali trentini porranno la questione in altri termini al Tavolo Covid della Provincia: «Piuttosto che aprire una moltitudine di punti vaccinali, che richiede un grande sforzo organizzativo e logistico, sarebbe meglio potenziare i centri vaccinali attualmente operativi». Un ragionamento simile arriva dai sindacati Cgil, Cisl e Uil del Trentino: «Dobbiamo evitare un inutile sforzo economico ed organizzativo e dobbiamo essere in grado di creare una struttura capillare su tutto il territorio per agevolare l’accesso ai punti vaccinali di tutta la popolazione, lavoratori compresi».

 

Scarica il pdf: vaccini ART 090421 2