28 ottobre 2017 – Corriere del Trentino
«Vertenza Sait, stop ai giochetti di bassa lega» Reazione Fisascat contro la Filcams. Uiltucs: uno sbaglio le divisioni fra i lavoratori
Continua il difficile momento fra Filcams Cgil e Fisascat Cisl nell’ambito della vertenza sui 116 esuberi Sait.
Lamberto Avanzo della Cisl ricorda che l’incontro in cui il Sait ha comunicato ai delegati (non della Cgil, assente) la possibilità di diminuire gli esuberi (circa 40 è la differenza fra i 116 annunciati e i 75 circa in cassa), era stato fissato senza conoscere le intenzioni della Filcams di manifestare in Comune a Trento. Il segretario Filcams Roland Caramelle aveva rimarcato che le trattative fanno fatte nei tavoli con i sindacati, non con i delegati aziendali, denunciando inoltre che l’incontro era avvenuto «guarda caso» quando la Cgil era in Comune. Qualcuno fa però notare che è stato alle 17.30 e che forse alle 18.30 qualcuno della Filcams in Sait ci poteva anche andare.
Avanzo scrive: «L’incontro tra Sait e rappresentanze sindacali aziendali, auspicato per approfondire le richieste dei delegati, è stato deciso nei giorni precedenti la proclamazione della mobilitazione davanti al Comune di Trento e nessuno nell’occasione ha fatto trasparire indisponibilità. Tranne poi, immancabilmente, lamentare esclusioni, sovrapposizioni volute e tese a danneggiare una parte e i suoi rappresentati. Niente di più falso. Niente di più pretestuoso. Niente di più ridicolo. È ora di dire basta a questi “giochetti di bassa lega”. Basta andare alla ricerca della visibilità a tutti i costi». «La parola d’ordine deve essere una soltanto: concretizzare il lavoro che da mesi stiamo portando avanti — continua —. È semplicemente arrivato il momento di tornare tutti insieme al tavolo di trattativa a fare quello che i lavoratori si aspettano: ridurre gli esuberi e tutelare anche coloro che saranno licenziati promuovendo e proponendo percorsi di formazione e di reinserimento lavorativo».
Sul tema interviene anche Walter Largher della Uiltucs: «È un errore pensare che chi è ora cassintegrato è condannato a essere un esubero, mentre gli altri sono salvi. Invece vediamo che si sta creando una divisione. È uno sbaglio, noi sindacati dobbiamo cercare di ricompattare i lavoratori. Entro il 20 novembre serve un accordo. Altrimenti poi saremo meno forti in trattativa».
Scarica il pdf: sait ART 281017
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