Il T – Martedì 24 Settembre 2024

Vetri Speciali, 800 in cassa dal 7 ottobre

Confronto a Palazzo Stella, oggi assemblea dei lavoratori a Cirè di Pergine

Francesco Terreri

Da oggi la produzione a Cirè di Pergine è sospesa. Venerdì si spegne il forno. La campagna di smeraldo, cioè la lavorazione di un tipo di bottiglie di vetro, è spostata a Spini di Gardolo. L’azienda ha chiesto all’Inps la cassa integrazione per tutti i lavoratori, i 280 di Trento e poi i 100 trasferiti da Pergine, dal 7 ottobre al 5 gennaio 2025. Nel frattempo si dovrebbe completare la realizzazione del nuovo forno di Spini, che però sarà effettivamente avviato col nuovo anno. Perché la domanda è debole e i volumi di produzione previsti sono bassi anche in prospettiva. La situazione della Vetri Speciali e dei suoi 800 dipendenti – oltre alle sedi trentine ci sono i lavoratori di Ormelle e San Vito al Tagliamento – è complicata soprattutto a causa del rallentamento dei mercati. L’azienda è solida, ma la vertenza sul trattamento economico degli addetti spostati da Cirè sarebbe più facilmente risolvibile se le prospettive di mercato fossero positive. Oggi alle 14 i sindacati riferiranno a lavoratori e lavoratrici di Cirè in assemblea. E c’è un’allerta anche sulla richiesta di cassa: cosa dirà l’Inps sul fatto che si avvia l’ammortizzatore sociale a Spini e poi in quella sede arrivano altri 100 addetti da Pergine?

Ieri mattina la Rsu e la Direzione aziendale di Vetri Speciali si sono incontrate presso la sede di Confindustria in Palazzo Stella a Trento, mentre fuori una delegazione dei lavoratori era in presidio accanto alla manifestazione degli addetti della sanità privata. «La trattativa è complicata, siamo entrati più nel merito della proposta aziendale ma le distanze sono ancora notevoli» spiega Mario Cerutti della Filctem Cgil che segue la vertenza. «Domani (oggi ndr) incontriamo i lavoratori, faremo il punto in assemblea per decidere cosa fare, sapendo che la produzione è sospesa per la chiusura del forno dal 27, molti lavoratori sono stati messi in ferie a casa con permesso retribuito, venerdì 27 l’azienda spegne il forno e a Spini partirà una cassa integrazione per 13 settimane».

Si parlava di una nuova proposta da parte dell’azienda. «In realtà hanno tarato meglio la proposta iniziale, allargando il periodo di controllo sull’armonizzazione, in particolare si è passati dai due anni ai tre anni con saldo finale a compensazione: nel 2028 si fa la somma totale e se ci sono stati delta negativi vengono consolidati». In pratica se gli stipendi sono stati effettivamente più bassi di ora ci sarebbe una compensazione. «Sarebbe una clausola importante – afferma Cerutti – ma la questione è più complicata perché si tratta di contrattazioni storiche, di salario fisso che deve essere riparametrato su salario variabile. Bisogna andare cauti per salvaguardare il valore che il lavoratore si è conquistato negli anni». E su tutto questo aleggiano le difficoltà di mercato.

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