Trentino, Il T – 09 dicembre 2022

Vitalizi, gli aumenti «automatici»

I sindacati confederali ci vanno subito all’attacco: «Nessun adeguamento automatico per le pensioni degli ex consiglieri regionali», che in virtù del paniere Istat di Trento e Bolzano rivaluterebbe i vitalizi fino al 12%. «Sarebbe l’ennesimo privilegio, quando tutti gli altri pensionati devono accontentarsi di poche briciole». Ma contro questa ipotesi, contenuta nella manovra di bilancio della Regione, si scagliano anche le opposizioni. Claudio Cia (FdI), che come i sindacati è per l’opzione zero, e Alex Marini (M5S) e Filippo Degasperi (Onda civica) che negli anni scorsi avevano presentato emendamenti per sanare definitivamente la questione, proponendo per lo meno aumenti proporzionati, collegati alla rivalutazione di tutte le altre pensioni. Ma facciamo un passo indietro, spiegando cosa abbia scatenato l’ultima polemica sui vitalizi. Mercoledì scorso, in piena sessione di bilancio, la maggioranza in Regione si è accorta che nel testo della manovra era inserito anche l’adeguamento automatico delle pensioni degli ex consiglieri sulla base del paniere Istat di Trento e di Bolzano. In gennaio, i vitalizi sarebbero aumentati del 12%, che per pensioni che arrivano anche ai 5 mila euro non è poco, gravando sull’erario regionale per quasi un milione di euro. Si è subito corsi ai ripari — anche per evitare l’ennesimo scandalo — cercando di redigere fuori tempo massimo un emendamento che ponesse un limite all’aumento. Ma non è semplice mettere mano in poco tempo a una norma previdenziale, e per questo il Consiglio è stato sospeso, poi addirittura aggiornato al prossimo lunedì. Si cerca un accordo su un aumento in linea con le altre pensioni, progressivo. Così per chi prende molto, l’aumento è minimo e per chi prende meno l’aumento è più alto. La media dell’aumento dovrebbe assestarsi in media sul 3%.L’ennesimo scivolone sui vitalizi ha comunque generato un nuovo scandalo: «L’unico aumento accettabile dei vitalizi è pari a zero. Zero — incalzano Cgil, Cisl e Uil — come per gli aumenti salariali di 6,3 milioni di lavoratori che hanno il contratto scaduto. Zero come gli adeguamenti contrattuali previsti dalla giunta Fugatti per il personale di sanità, scuola e autonomie locali ma che la stessa giunta non ha messo a bilancio. Zero come per le retribuzioni degli operatori dell’assistenza che, sempre per colpa della giunta Fugatti, sono condannate a perdere potere d’acquisto visto che neppure un euro è stato stanziato per il contratto provinciale delle cooperative sociali bloccato da 15 anni. Zero come le risorse di cui potranno godere le famiglie con figli minori per non vedersi ridotto in termini reali il valore dell’assegno unico provinciale». Per i segretari Andrea Grosselli (Cgil), Michiele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil) «solo questi pochi esempi dimostrano come per i politici l’aumento dell’inflazione che oggi in Trentino si avvicina al 12% sia un problema solo quando tocca le loro tasche». E se la prendono con Svp e Lega: «Ora vorrebbero rivalutare anche i vitalizi, come ieri hanno deciso di agganciare le loro indennità al reale costo della vita. Ma quello che vale per loro non vale per migliaia di lavoratrici e lavoratori che non hanno rendite o retribuzioni da ricchi e che subiscono in maniera drammatica l’aumento dei costi energetici e dei prezzi dei beni di prima necessità».
L’idea di aumentare «anche solo di un euro i vitalizi in essere, rappresenta l’ennesimo schiaffo verso le migliaia di famiglie che ogni giorno devono fare letteralmente acrobazie per far quadrare i conti giorno dopo giorno».
«Bisogna chiuderla una volta per tutte la questione dei vitalizi — afferma Claudio Cia di Fratelli d’Italia — e si voti una norma per bloccare la rivalutazione automatica. Altrimenti siamo davvero dei privilegiati, perché quello che vale per noi non vale per nessun altro lavoratore o pensionato». Alex Marini, dei 5 Stelle, ricorda che già nel 2019 aveva proposto di mettere mano alla rivalutazione automatica: «Inascoltato. Ma ora Svp e Lega corrono ai ripari prendendo proprio la mia proposta: legare gli aumenti all’indicizzazione delle pensioni Inps. Era assurdo, e lo dissi apertamente, legare gli aumenti all’inflazione, prospettando che prima o poi nella storia ci sono stagioni ad alta intensità inflazionistica, che avrebbero portato adeguamenti vertiginosi. E così è stato». Anche Filippo Degasperi aveva fatto proposte in tal senso, anche lui inascoltato: «Faccio emendamenti fin dal 2014, da quando si sono inventati questa assurdità. E ogni anno è la stessa sceneggiata, si dicono sorpresi, scandalizzati, e corrono a modificare una norma che hanno scritto loro. Ci sarebbero state mille occasioni per modificare la norma in via definitiva, ma nessuno lo ha mai voluto fare, questa è la verità».

 

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