18 marzo 2017 – Corriere del Trentino

Voucher aboliti, sindacati divisi

Cisl e Uil: favore al lavoro nero Ianeselli (Cgil): «Merito nostro». In provincia 2,1 milioni di tagliandi

Soddisfatta la Cgil, critiche Cisl e Uil che parlano di «un favore al lavoro nero». I sindacati confederali riflettono in Trentino la spaccatura nazionale a proposito del decreto legge con cui il governo Gentiloni ha ripristinato la responsabilità solidale negli appalti e cancellato i voucher. Uno strumento piuttosto utilizzato in regione: sono stati 5 milioni 814.718 i buoni Inps acquistati nel 2016, 2 milioni 186.334 in Trentino e 3 milioni 628.384 in Alto Adige, settima provincia (Trento è ventunesima) nella classifica italiana. In Italia sono stati 134 milioni di voucher venduti, in aumento del 24,1% sul 2015, per 1,6 milioni di persone coinvolte.

«Sono state ascoltate le richieste delle migliaia di persone che in tutta Italia hanno sostenuto la nostra mobilitazione» afferma Franco Ianeselli,

segretario della Cgil del Trentino. A livello nazionale, la Cgil aveva promosso il referendum sulle due materie. La mossa del governo ha evitato la consultazione. Nel dettaglio, si prevede un regime transitorio per consentire l’impiego dei buoni già acquistati fino al 31 dicembre 2017. Riguardo agli appalti di opere e servizi, il provvedimento ripristina la responsabilità solidale del committente appaltatore e subappaltatori, per una miglior tutela dei lavoratori impiegati.

«Se non ci fosse stata la pressione della nostra organizzazione — prosegue Ianeselli —, questo dibattito sul precariato e sulle condizioni di vita di moltissime lavoratrici e lavoratori, soprattutto deboli, non si sarebbe mai imposto. Siamo consapevoli della necessità di regolare il lavoro occasionale, ma ciò deve avvenire in un quadro di tutele adeguate per chi lavora». Il segretario ricorda comunque che la partita non è chiusa. La Carta dei diritti del lavoro ha cominciato il suo iter parlamentare. «Ripartiamo — aggiunge — dal nostro impegno quotidiano nei posti di lavoro e sui tavoli con le istituzioni. Un impegno che non è mai mancato».

Cisl e Uil scettiche

Sul fronte opposto, sia Lorenzo Pomini che Walter Alotti, segretari di Cisl e Uil del Trentino, imputano al governo di aver «buttato il bambino con l’acqua sporca». «Operazione riuscita, il paziente è morto» scherza amaro Pomini. «Per colpa delle lotte intestinali a sinistra si è arrivati a una soluzione sbagliata. Il voucher, strumento intelligentemente pensato da Marco Biagi nel 2003, è stato oggetto delle liberalizzazioni dei governi Monti e Letta. Utilizzato correttamente, solo per il lavoro veramente accessorio e occasionale, consente di far emergere le prestazioni in nero. Purtroppo ha finito per nascondere rapporti di lavoro quasi stagionali». Da un estremo, pensa il segretario Cisl, si è arrivati a quello opposto. «Credo sia necessaria una regolamentazione nello spirito originario del 2003. Ora cosa faranno, anche in Trentino, studenti, pensionati e altri per lavori di qualche ora? In nero sono senza tutele».

Alotti la pensa allo stesso modo. A fine febbraio la Uil aveva presentato i dati sull’utilizzo. In Trentino i settori con la diffusione maggiore sono turismo, servizi, commercio, eventi sportivi e culturali, giardinaggio, pulizia, agricoltura, lavori domestici. «All’errore del referendum si è risposto con lo sbaglio del governo — dice —. Lo strumento ha una sua funzionalità, perché regolamenta il lavoro nella flessibilità breve. La soluzione contro gli abusi poteva essere affidata alla mediazione con le parti sociali. Bastava limitare i settori e i soggetti. Di sicuro non cancellando tutto». Per pensionati, giovani, lavoratori agricoli può consentire «un’utile integrazione al reddito». «Così — conclude — si rischia di incentivare il lavoro nero».

Scarica il pdf: voucher ART 180317